Il Gruppo Barletta, primo al mondo a permettere di comprare una casa con la criptovaluta tanto amata per i guadagni e le transazioni facili.
Giusto la scorsa settimana le più grandi testate del settore riportavano le dichiarazioni di Ray Dalio, fondatore di Bridgewater, il più grande hedge fund al mondo, che alla stregua del collega di J.P. Morgan, puntava il dito contro i bitcoin definendoli «un'assurda bolla destinata a scoppiare». Eppure oggi arriva la notizia di un mercato che sta abbracciando con sempre maggiore forza la moneta più discussa di sempre, utilizzandola come valuta di scambi. Parliamo dell'immobiliare, e i motivi sono estremamente comprensibili.
Quello delle case non è esattamente un settore dove le transazioni medie ammontano a qualche nocciolina e due bagigi. E anche in cui, anche in un periodo di crisi come questo - stando agli standard internazionali - la transazione media raramente è inferiore al mezzo milione di dollari, e in alcune città parliamo addirittura di compravendite per cifre che superano ampiamente il milione. Come a Miami, una delle principali realtà dove il settore immobiliare ha deciso di aprirsi completamente al Bitcoin.
Il motivo è presto detto. Le banche per le transazioni sopra ai 100.000$ – si legge su il The Coin Telegraph – chiedono una commissione di 4.000$. Se il pagamento sale toccando qualche milione, le commissioni salgono a loro volta in proporzione, arrivando in alcuni casi anche a 10.000$. Soldi a cui vanno aggiunte le tasse, le commissioni per il venditore che ha portato il cliente a firmare dopo estenuanti trattative, i costi della burocrazia e così via. Chiaro che ogni voce di spesa che si può rimuovere dalla lista è oro che cola.
Così i Bitcoin, permettendo di spostare grosse cifre senza intermediari, diventano uno strumento micidiale per balzare le commissioni delle banche. Utilizzando wallet compatibili con SegWit queste possono scendere anche sotto i 10$.
E in Italia? Strano ma vero questa volta il mercato nostrano è in prima linea. Al punto che ad aprire le danze siamo stati proprio noi. O meglio il Gruppo Barletta, primo al mondo a permettere di comprare una casa in bitcoin, la criptovaluta tanto amata per i guadagni e le transazioni facili. Una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate del settembre scorso ha reso possibile questo nuovo utilizzo, con il riconoscimento dei bitcoin come valuta straniera utilizzabile anche in un atto notarile.
«Siamo stati la prima società immobiliare al mondo a vendere in bitcoin e abbiamo deciso di farlo per tre ragioni: crediamo nei bitcoin; possiamo perché l’Agenzia delle Entrate italiana è una delle poche in Europa a riconoscere la criptovaluta; e poi perchè ci sono centinaia di giovani possessori di bitcoin, milionari, che potrebbero decidere di investirne una piccola parte in una casa», ha spiegato Paolo Barletta, giovane Ceo del gruppo. Ma l’offerta si rivolge anche a chi non ha un tesoretto in criptomoneta e decide di dotarsene temporaneamente per risparmiare sull’acquisto dell’appartamento.